Nan Goldin: il personale è politico

Nan Goldin, Bob and Nan in Kimono, 1983 © Nan Godin
Nan Goldin, Misty and Jimmy Paulette in a Taxi, NYC, 1991© Nan Goldin
 
Nan Goldin, French Chris at the Drive-in, N.J., 1979 © Nan Goldin
Nan Goldin, The Hug, 1980 © Nan Goldin
Nan Goldin, Nan one month after being battered, 1984 © Nan Goldin
 
Nan Goldin, C Performing as Madonna, Bankok, 1992 © Nan Goldin

Nan Goldin. Segnata dal suicidio della sorella, alla fine degli anni ‘60 si è legata alle alternative communities della controcultura Usa. Dopo aver studiato fotografia alla Satya Community School a Lincoln (Massachusetts), ha vissuto e narrato in prima persona i drammi legati all’identità, all’amore, alla sessualità, alla dipendenza, alla malattia e ha trasformato il ruolo della fotografia nell’arte contemporanea. Un impegno che raggiunge uno dei culmini con The Ballad of Sexual Dependency ispirata all’Opera da tre soldi di Brecht e Weill, un work in progress (1979-1986) con slideshow e musica, definito dalla vicinanza ai temi e all’estetica del New American Cinema e di David Lynch. In anni recenti ha riscoperto la luce naturale, il paesaggio e valorizzato con l’uso di video la spiritualità dell’esistenza. Una significativa sintesi dei lavori di Goldin, che ha esposto in musei, prestigiose gallerie e istituzioni culturali, è raccolta nel libro This Will Not End Well (Non finirà bene) di Nan Goldin Studio, Teresa Hahr, Fredrik Liew (Steidl Publisher, pp.216, 55 euro).

Nan Goldin, Fashion show at Second Tip, Toon, C, So and Yogo, Bankok, 1992. From slideshow The Other Side, 1992-2021 © Nan Goldin

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