Per circa quattro miliardi di anni l’unico modo per trasmettere la vita sulla Terra è stato quello della riproduzione dei geni, le unità ereditarie fondamentali, attraverso la duplicazione delle sequenze di Dna di cui sono costituiti e che definisce la base del processo evolutivo di selezione naturale degli organismi viventi. Ma questa fondamentale legge di riproduzione delle specie animali e vegetali è oggi superata dalla biologia di sintesi. I geni possono essere riscritti nello stesso modo in cui si elabora un testo con i sistemi di videoscrittura. Grazie all’ingegneria genetica si può infatti mutare la sequenza di Dna e ottenere ciò che prima era solo possibile immaginare.
Le nuove frontiere della conoscenza
Non solo si realizzano prodotti farmaceutici, energetici, tessili, alimentari di ogni genere, ma è anche possibile intervenire per rispondere a esigenze specifiche nel campo dell’istruzione, della sorveglianza militare, della medicina o dell’agricoltura con il potenziamento del sistema immunitario, la clonazione, la capacità di riprogrammare l’embrione, la creazione di nuovi tessuti umani, animali e vegetali. Quasi contemporaneamente allo sviluppo e all’affermazione delle biotecnologie abbiamo assistito alla straordinaria evoluzione dell’intelligenza artificiale, dai primi linguaggi di programmazione nati alla fine degli anni Cinquanta, ai Big Data, all’internet delle cose, alla realtà virtuale e aumentata, al riconoscimento facciale, con le opportunità che offrono ma anche con il pericolo di trasformarsi in vere e proprie armi utilizzate per un controllo capillare e di diventare conseguenza, un attacco alle radici stesse della democrazia e dello stato di diritto attraverso sistemi di classificazione sociale, sorveglianza e segmentazione che ricordano la frenologia e l’eugenetica, due discipline diventate tristemente i simboli di alcune delle peggiori discriminazioni sociali e politiche con le teorie di Lombroso e gli esperimenti sugli esseri umani effettuati nei campi di concentramento nazisti. Queste nuove frontiere della conoscenza costituiscono le innovazioni forse più importanti dopo quelle che hanno segnato le nostre principali fasi evolutive rappresentate dalla nascita dell’agricoltura, l’addomesticamento degli animali, lo sfruttamento dei combustibili fossili e la globalizzazione degli ecosistemi avvenuta in seguito alla scoperta delle Americhe. Dato che la biologia di sintesi e l’intelligenza artificiale possono non solo trasformare le relazioni sociali, ma anche mutare la stessa natura umana, devono essere guidate da scelte politiche coraggiose e lungimiranti a livello transnazionale che ne sappiano coltivare le potenzialità ma anche prevedere e combattere gli effetti negativi.